A volte si sente parlare di ravvedimento operoso o ravvedimento dell’imposta di registro, ma per chi non è addetto ai lavori, può risultare un’espressione astrusa e incomprensibile. Vediamo quindi come renderla più chiara e quali sono i passaggi che bisogna compiere per portarla a termine.
Innanzitutto, il ravvedimento operoso, non è altro che la possibilità di rimediare ai tributi non versati alla pubblica amministrazione senza degenerare in sanzioni più salate di quanto il contribuente avrebbe dovuto pagare.
Per poter mettere in pari la situazione con la Pubblica Amministrazione, il contribuente dovrà pagare:
-Somme dovute a titolo di imposta di registro
-Sanzione amministrativa ridotta
-Interessi di mora calcolati giornalmente su un tasso annuo pari attualmente al 2,5%.
Grazie al ravvedimento operoso, anche tutti i proprietari di immobili destinati all’affitto, potranno mettere in regola la loro posizione qualora non avessero provveduto per tempo alla registrazione del contratto o non avessero pagato l’imposta di registro in caso di proroga o risoluzione dello stesso. I tempi che i proprietari hanno a disposizione per poter regolarizzare il tutto sono pari a 90 giorni dalla scadenza, con pagamento dell’imposta dovuta e una riduzione del 12% della sanzione prevista; di un anno invece con pagamento dell’imposta dovuta e una riduzione del 15% della sanzione prevista.
Messo a punto questo passaggio, si potrà provvedere alla registrazione tardiva del contratto.
Per versare le imposte, i contribuenti dovranno munirsi di modello F23, reperibile anche presso la propria banca o un ufficio postale, e compilarlo in ogni sua parte come indicato.
Anche qualora fosse sopraggiunto un accertamento, è possibile usufruire della possibilità di pagare il dovuto con una riduzione della sanzione, tranne nel caso in cui il contratto sia stato registrato ma con omissione del pagamento dell’imposta per le annualità successive.