Sicav è un sigla che nel gergo finanziario indica le società di investimento a capitale variabile. Tali società sono state istituite nel nostro ordinamento giuridico relativamente di recente, con il decreto legislativo n. 84 del 25 gennaio 1992, abrogato – a eccezione dell’articolo 14 – con l’art. 214 del Testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria, contenuto nel Decreto Legislativo n. 58, del 24 febbraio 1998, che agli articoli da 43 a 50 ne definisce la nuova disciplina.
Le Sicav sono vere e proprie società per azioni; due caratteristiche essenziali le contraddistinguono però da quelle “ordinarie” disciplinate dal codice civile: in primo luogo, l’attività svolta, che consiste esclusivamente nell’investimento collettivo in strumenti finanziari del capitale raccolto mediante emissione di azioni; in secondo luogo, il fatto che le azioni possano essere emesse e rimborsate ai sottoscrittori con la frequenza stabilita nello statuto sociale.
Questo tratto distintivo spiega, tra l’altro, le ragioni della qualifica a capitale variabile di tali società: quando le azioni vengono rimborsate, il capitale diminuisce in proporzione; ugualmente, quando vengono sottoscritte nuove azioni esso aumenta. Il capitale delle Sicav non è quindi fisso come quello delle normali spa, ma varia continuamente di giorno in giorno. In particolare, il capitale delle società non è un valore nominale che esiste soltanto sulla carta, privo di alcun concreto significato economico, ma è sempre pari al valore del patrimonio netto della società. E le azioni debbono sempre avere un valore pari al patrimonio netto diviso per il loro numero.
Inoltre le azioni devono essere immediatamente liberate al momento dell’emissione; non possono essere privilegiate e di risparmio; e infine non è consentito alle Sicav acquistare azioni proprie o azioni di altri Sicav. Queste società non possono neanche emettere obbligazioni.
Le azioni possono invece essere sia nominative che al portatore, a scelta del sottoscrittore; tuttavia, a seconda che siano del primo tipo ovvero del secondo, variano i diritti di voto in assemblea. In caso di azioni al portatore, il voto del possessore ha valore unitario, qualunque sia la parte di capitale detenuta; in caso di azioni nominative, vale invece la regola generale di un voto per ogni azione posseduta.
L’acquisto di azioni di una Sicav rappresenta una forma di investimento parallelo e in competizione con altre forme di impiego del risparmio; principalmente, esso si pone in alternativa diretta con l’acquisto di quote di fondi comuni. In entrambi i casi il risparmiatore decide di affidare la gestione delle proprie risorse a terzi. Tuttavia, mentre con l’acquisto di un quota di un fondo comune, la gestione del proprio patrimonio viene interamente affidata ad altri soggetti, senza possibilità di influenzarla, con l’acquisto di azioni di Sicav il risparmiatore può intervenire, almeno indirettamente, nella stessa gestione. Tale intervento si attua con la partecipazione e l’esercizio del relativo voto nell’assemblea sociale. Anche per le Sicav è infatti previsto l’organo assembleare che delibera, sia in sede ordinaria che straordinaria, qualunque sia la parte sociale convenuta.
Le Sicav, a causa della particolare attività svolta, sono sottoposte a particolari oneri e cautele: non possono essere costituite in mancanza dell’autorizzazione della Banca d’Italia; debbono avere capitale minimo di un milione di euro e sono soggette alla vigilanza della Banca d’Italia e della Consob.
Il patrimonio delle Sicav può essere gestito direttamente oppure, per il tramite di un’apposita convenzione, da una società di gestione del risparmio. Il patrimonio delle Sicav può essere ripartito in più comparti di investimento, ciascuno caratterizzato da una propria strategia e da una propria categoria di strumenti finanziari in cui è possibile investire. In questo caso, la Sicav emette più di una categoria di azioni, ciascuna riferita al singolo comparto. Gli strumenti finanziari in cui
può essere investito il patrimonio vengono indicati nel prospetto informativo.
Contrariamente alle attese, le Sicav non hanno ottenuto un grande successo in Italia: la causa, probabilmente, ha a che vedere con il fatto che i risparmiatori non riescono a valutare con precisione le differenze con i più noti e diffusi fondi comuni.