Il decollo dell’euro il 1^ gennaio 1999 ha comportato notevoli cambiamenti in tutti i comparti del settore finanziario: dal
sistema dei pagamenti, al mercato dei titoli, a quello monetario. Questi cambiamenti discendono, in ultima analisi, dal
fatto che la politica monetaria di undici Stati (ora dodici, dopo l’adesione all’Unione Monetaria da parte della Grecia) è
stata unificata e posta nelle mani di un’unica Banca Centrale, la Banca Centrale Europea (Bce).
Tali cambiamenti hanno chiaramente toccato anche i mercati interbancari nazionali, ossia i mercati in cui le banche si
scambiano depositi per soddisfare le proprie esigenze di liquidità. Dopo l’introduzione dell’euro e l’unificazione della
politica monetaria, con la quale viene stabilito un unico tasso di riferimento, l’esistenza di tanti mercati nazionali non ha
più ragione d’essere. La liquidità presente in ogni istante nel sistema è infatti uguale per le banche di tutti i Paesi Ue,
togliendo così fondamento all’esistenza di un ventaglio di tassi di interesse. I diversi tassi interbancari nazionali (Ribor,
Pibor, Fibor, Mibor, eccetera) hanno perso quindi ogni valore indicativo, rendendo pertanto necessaria la loro sostituzione con un “supertasso” che potesse rappresentare quotidianamente l’evoluzione del mercato interbancario europeo
dei depositi nel suo insieme.
Tuttavia, se sulla questione teorica tutti gli interessati si sono trovati d’accordo, è mancato il consenso su chi debba rilevare questo tasso, cosicché esistono al momento due tassi interbancari europei: uno calcolato dalla Federazione Bancaria Europea, nominato Euribor; l’altro, determinato dall’Associazione Bancaria Britannica (che già pubblicava i tassi Libor per le principali valute mondiali), individuato con il nome di Euro Libor.
La distinzione non è soltanto terminologica, ma si riverbera sul livello assunto dai due tassi e ciò a sua volta ha (talora) conseguenze di non poco conto sui contratti a tasso variabile nonché sui future e sugli swap che li trattano. Le ragioni di tale differenza di valore risiedono non soltanto nelle diverse modalità di rilevazione (per esempio, nel computo dell’Euro Libor vengono esclusi i tassi offerti che si collocano nel 25% più alto e più basso, mentre nell’Euribor vengono esclusi i tassi appartenenti agli intervalli estremi del 15%), ma dipendono anche dalla diversa composizione e dal relativo diverso standing creditizio delle banche che partecipano alla rilevazione (16 operanti a Londra per l’Euro Libor, 57 di cui la maggior parte residenti nell’Unione Monetaria per l’Euribor).
Quale dei due tassi prevale come benchmark? In Europa, si potrebbe dire senz’altro l’Euribor, per ragioni di opportunità
politica (per il fatto che sono le stesse banche europee a calcolare il proprio indice di riferimento) e tecniche (l’Euro Libor è quotato soltanto al Liffe, mentre l’Euribor è stato adottato dalla Banca Centrale Europea quale indicatore dell’andamento dei tassi interbancari dell’area dell’euro). Nel mondo, tuttavia, è molto diffuso anche l’impiego dell’Euro Libor, che rispetto all’Euribor presenta il vantaggio di comprendere soltanto le banche maggiori, escludendo le più piccole, e quindi meno rappresentative, che partecipano al panel di rilevazione dell’Euribor.