Oggi spieghiamo in cosa consiste l’imposta sugli intrattenimenti.
Non stiamo parlando solo di slot machine, ma di giochi quali il biliardino, la musica non dal vivo, i videogiochi nelle salette dedicate. Se non ne avete mai sentito parlare, ecco di che cosa si tratta.
Risulta essere regolata dal Decreto Legislativo n. 60 del 26 febbraio 1999 e stabilisce le imposte da versare da chi guadagna mediante l’utilizzo di giochi o divertimenti. L’intrattenimento è differenziato dallo spettacolo, poiché nell’intrattenimento si implica un coinvolgimento maggiore dei soggetti, con attività ludica o comunque attiva, mentre negli spettacoli il soggetto partecipa in forma passiva e subisce l’intervento.
In base allo svago proposto al pubblico, l’imposta varia come importo e percentuale. Chiaramente i giochi d’azzardo sono soggetti ad una tassazione decisamente elevata.
Ecco le attività di cui parliamo: esecuzioni musicali di qualsiasi tipo, escludendo però quelli dal vivo come cori o concerti, intrattenimenti musicali nelle sale da ballo o discoteche sempre che la musica dal vivo non superi il 50% dell’orario di apertura del locale, in questi casi abbiamo un‘imposta del 16%.
Per le attività da gioco tipo biliardino e altri apparecchi e congegni usufruibili a gettone, a moneta o scheda, da divertimento o trattenimento, anche se automatico o luoghi pubblici o aperti al pubblico sia in circoli che in associazioni di qualunque specie; utilizzazione ludica di strumenti multimediali; gioco delbowling e anche il noleggio go kart, la percentuale si abbassa all’8%.
Per l’ingresso nelle sale da gioco tipo le sale bingo o scommesse e giochi d’azzardo abbiamo un bel 60%, più della metà degli introiti appartengono allo Stato.
La base imponibile sulla quale calcolare l’imposta è composta dagli ingressi dei partecipanti, per entrare in un locale o per i posti assegnati, da aggiungere anche l’eventuale guardaroba, biglietti singoli, carnet, abbonamenti e molto altro.