L’assegno non trasferibile è un assegno bancario al quale è stata apposta la clausola non trasferibile, in sede di stampa dell’assegno o successivamente. Sappiamo che l’assegno bancario appartiene alla categoria della moneta bancaria, ovvero di quegli strumenti di pagamento che sono sostitutivi della moneta avente corso legale.
Si tratta di una moneta convenzionale, che ha valore tra le parti in virtù di un accordo, di una convenzione e non per legge, spetta dunque alle parti decidere di accettare o meno assegni bancari in pagamento, mentre il denaro con valore legale non si può rifiutare.
A differenza della moneta legale, che non ha nome, l’assegno bancario ha un nome, ovvero riporta il nominativo sia di chi lo ha emesso che di ogni persona che lo ha ricevuto in pagamento, questo perché tra tutte queste persone si crea il vincolo dell’accettazione della convezione sottostante l’assegno bancario.
A tale fine colui che emette l’assegno può limitare il fatto che l’assegno bancario circoli liberamente nel mercato, stabilendo che abbia solo un destinatario, ovvero la persona alla quale lo consegna, questo si fa apponendo la clausola non trasferibile sull’assegno bancario.
L’assegno bancario non trasferibile, dunque, altro non è che un normale assegno bancario che però non può essere usato come strumento di pagamento da chi lo riceve, ma semplicemente posto all’incasso. L’unica girata possibile, ovvero l’unico trasferimento possibile, dunque, è quello a un istituto di credito il quale lo girerà con la dicitura valuta per incasso.
Abbiamo detto che l’assegno non trasferibile è un normale assegno bancario, ma non abbiamo definito cosa sia questo. L’assegno bancario è un ordine che il cliente della banca impartisce alla banca stessa di pagare una determinata somma di denaro a colui che possiede l’assegno, se trasferibile, o a una data persona, se non trasferibile. Questo ordine si effettua con dei moduli standard chiamati appunto assegni, regolamentati da una legge statale e la cui compilazione stessa deve seguire le caratteristiche di legge.
Fino al 2008 lo standard per l’emissione degli assegni era quello dell’assegno libero, successivamente le cose sono cambiate prevedendo che generalmente vengano rilasciati moduli di assegni non trasferibili, creando un deterrente in quelli trasferibili con l’apposizione di un bollo del valore di 1.50 euro per ogni assegno.
In questo modo il governo da un lato ha tentato di limitare il riciclaggio di denaro che utilizza strumenti non nominativi, dall’altro ha attuato un effettivo incentivo alla lotta all’evasione fiscale, altro illecito che utilizza strumenti di pagamento senza nome. L’assegno bancario non trasferibile, dunque, garantisce transazioni economiche più sicure, più chiare e più trasparenti.
Per tutti questi motivi sopra espressi, fino all’importo di 12500 euro, il cliente può scegliere se l’assegno sia libero, ma sottoposto a bollo di 1.50 euro, o non trasferibile, oltre i 12500 euro l’assegno bancario deve essere per obbligo di legge non trasferibile e, qualora così non fosse, nasce un illecito che viene multato dall’1% fino al 40% dell’importo dell’assegno emesso.