Una volta c’era il lattaio, il fruttivendolo, il salumiere. Adesso c’è il piccolo, grande supermercato di quartiere. A differenza di tante botteghe in difficoltà i minimarket vanno alla grande. Piccoli ma agguerriti affrontano la concorrenza dei centri commerciali.
La loro forza, offrire alla gente del posto quello di cui ha bisogno. Alimentari freschi e confezionati ogni giorno, bevande, prodotti per la casa …Tutto comodo, su scaffali ordinati, da acquistare al volo al ritorno dall’ufficio o nell’intervallo, senza bisogno di farsi lunghi viaggi in auto nel traffico.
Il minimarket è un riferimento per gli acquisti quotidiani, ci si va anche tre, quattro volte la settimana per pane, latte e alimenti freschi. Al centro commerciale invece ci si reca più raramente e in occasione di offerte speciali.
Ma può un minimarket spuntarla coi colossi del retail? Sembra proprio di si… Da una ricerca ACNielsen per Sisa, risulta che un cliente su cinque (soprattutto sopra i 55 anni) apprezza il fatto di trovare nel minimarket prodotti locali e regionali. E il 43% degli italiani vorrebbe prodotti freschi e piatti pronti tradizionali.
Attira sempre più anche il biologico, purché non comporti prezzi eccessivi. In crescita l’appeal degli alimenti per animali domestici, segnale che anche in Italia il pet business è una realtà.
Aprire un supermercato, però, non è affare per tutti. La collocazione nei centri urbani rende impegnativo l’investimento immobiliare o l’affitto, che sale nelle grandi città. Le metrature devono essere adeguate e comprendere il magazzino e spazi conformi alle indicazioni di legge per la gestione degli alimenti freschi. Si parla, per l’allestimento di piccole metrature, di cifre sopra i 100 mila euro. Investimento che sale tra 500 mila e un milione e 200 mila euro per gli 800 mq, spazio indicato per un minimarket di prossimità o un piccolo superstore.
Le cifre variano. Dipende dalla collocazione, dal format utilizzato, dalle dimensioni.
Così cambia anche la redditività: 50 mq nei Quartieri spagnoli di Napoli o in una stazione ferroviaria possono rendere come 400 mq nella periferia di una città.
Meglio però informarsi subito circa i piani di sviluppo del Comune di pertinenza o, in certi casi, della Regione. Aprire dove è previsto un centro commerciale nelle vicinanze è l’anticamera del fallimento.
Buona l’idea anche di aprire un minimarket in franchising… Ogni partnership ha le sue regole, ma in genere l’imprenditore riceve dal gruppo una serie di supporti preziosi per l’attività: servizi commerciali, tecnici, gestionali, predisposizione del punto vendita. Il clou, però, è la fornitura della merce.
In genere, ogni catena dispone di una o più piattaforme logistiche, ossia magazzini centrali da cui arrivano i rifornimenti, ogni giorno, spesso sollecitati da un software di gestione delle scorte, utilizzato nel negozio. Se si considera che anche il supermarket più piccolo offre almeno tremila referenze, una logistica integrata consente di avere riassortimenti rapidi per qualsiasi prodotto e un magazzino ridotto presso il punto vendita. Con notevoli risparmi.
Attenzione, però, non bastano spirito imprenditoriale o denaro. Indispensabile un’esperienza di vendita al dettaglio, per risolvere le problematiche in negozio, gestire il personale e trattare coi clienti.