Gli autolavaggi self service, importati dalla Svizzera pochi anni fa, sono l’ultima frontiera del business all’italiana. L’attività non è proprio nuova, ma è una scelta azzeccata: bassi costi di gestione, poca manutenzione, niente personale. E tanti clienti, attirati dal prezzo basso del servizio: 3 euro contro i 7/8 del lavaggio tradizionale.
In pratica, il cliente accede da solo all’impianto, cambia tramite una gettoniera i soldi in gettoni (esistono anche tessere a scalare) e li inserisce negli apparecchi che funzionano a tempo. La lancia spara acqua calda e shampoo. Poi, se la macchina è tanto sporca o per i cerchi, si procede con la spazzola. Risciacquo: alcuni impianti danno la possibilità di scegliere l’acqua demineralizzata, senza calcio e ferro, che non lascia tracce e aloni. Infine aspirapolvere, battitappeto, lavainterni.
In tutto questo il gestore fa ben poco. Riempie gli erogatori di shampoo e cera, svuota le gettoniere, cura la manutenzione dell’impianto. E tiene sotto controllo furti e atti vandalici.
Per aprire un autolavaggio self service serve un terreno edificabile, ben visibile e facilmente accessibile… Per due piste e il locale tecnico, almeno 500 metri quadri, più 200 per ogni pista aggiunta. Se si prevedono spazi verdi e giochi per bambini, la superficie aumenta. Necessario organizzare la viabilità con cartelli e segnaletica. Altrettanto importanti le istruzioni, chiare e semplici, per spiegare come si usano le attrezzature.
L’attività, insomma, è una di quelle facili da gestire, che non impegna, e alla quale i clienti non mancano.
Il guadagno lordo si aggira intorno al 35-40% dell’incasso, ma il reddito può variare di molto, in base alla localizzazione dell’impianto: In genere, bastano 5 gettoni a vettura, ma sono sempre di più gli automobilisti che la vogliono superlucida, usando così 8-10 gettoni. L’incasso è di due-tre euro a lavaggio semplice, cinque per i più “patiti”, da cinque a dieci per il lavaggio speciale, con le spazzole. Funzionano bene i self service vicini ai centri commerciali, o non lontano da zone residenziali.
E i costi? Anche in questo caso, incide la localizzazione. Al Sud le opere edili costano anche la metà che in Piemonte, l’acqua da 25-30 centesimi a tre euro al metro cubo, diversi i prezzi dei prodotti chimici e la durata del gettone. A parte l’affitto del terreno, ci sono l’acqua, la corrente e lo shampoo, che incidono dal 10 al 15% del costo del gettone.
Se l’attività funziona, si fanno dai 250 ai 350 lavaggi al mese a pista. In un anno, 13 mila euro a pista. Ma ci sono impianti che ne fanno anche il doppio.
In più, la possibilità di installare distributori automatici di prodotti per la pulizia della macchina (pelli di renna, lavavetri, deodorante..) o di bibite e snack è un altro modo per accrescere i guadagni.
Per aprire un autolavaggio self service con 3 piste bisogna mettere in conto all’incirca 100 mila euro: 15-20 mila a box più le spese di impianto (opere edili, scarico dell’acqua e impianto elettrico) che incidono per altri 10-15 mila euro a box. Di più, anche molto, per gli allacciamenti se la rete idrica ed elettrica sono lontane e sul terreno si deve fare il riporto. Si arriva anche a 400 mila euro per un autolavaggio a tre-cinque piste. Un autolavaggio a spazzoloni costa invece intorno ai 110-130 mila euro. Ma se si lavora bene, il capitale rientra nell’arco di cinque-sette anni.