Il bilancio dell’azienda deve presentarsi in equilibrio; senza entrare nella tecnica del calcolo degli indici di bilancio, che ci allontanerebbe dal cuore del problema, un bilancio equilibrato è un bilancio in cui la tempistica delle voci è in sostanziale equilibrio o in cui le componenti attive superano le componenti passive. Strutturalmente, le entrate correnti a breve termine, devono essere in equilibrio o superiori alle uscite correnti o a breve termine. Nello stesso modo gli investimenti di lungo periodo devono essere finanziati dal Patrimonio o da debiti a lungo periodo.
Il concetto è sempre quello della corretta gestione patrimoniale e finanziaria, in cui le spese correnti devono essere finanziabili con le entrate derivanti dal normale giro d’affari dell’impresa, e le spese di investimento non devono essere finanziate dalle entrate normali, ma da operazioni di finanziamento a medio o lungo termine.
Risulta essere infatti su questo semplice concetto che si infrangono la maggior parte dei bilanci delle PMI, proprio a causa di una assenza di strategia finanziaria, per cui, si usa il denaro fino a che ce n’è, indipendentemente dal valutare se si sta pagando una spesa corrente o se si sta facendo invece un investimento, per poi andare a chiedere un finanziamento quando il denaro è finito.
Niente di più sbagliato. Primo perché ogni spesa deve essere finanziata nel modo più corretto, e secondo perché quando si va a chiedere il finanziamento, nella stragrande maggioranza dei casi si ha già inquinato il bilancio e quindi inciso negativamente sulla valutazione dello stesso dal punto di vista del rating di bilancio.
Altro parametro da considerare con attenzione è l’incidenza del debito bancario su quello finanziario. Sappiamo come a causa della sostanziale assenza di canali di finanziamento alternativi al credito, la dipendenza delle piccole imprese dalle banche è più elevata della media: la quota di debiti bancari sul totale dei debiti finanziari è pari all’83 per cento; tale valore, prossimo a quello registrato per le imprese medie, è più elevato rispetto alle grandi di circa 30 punti percentuali. Vale a dire le grandi imprese dipendono dalle banche per il 53%, le piccole per l’83%.
Non consideriamo le grandi società per azioni che possono addirittura ottenere finanziamenti dai privati tramite i bond, ma focalizziamoci invece semplicemente sulle maniere di finanziare correttamente la propria azienda, per evitare che, in realtà il proprietario diventi una banca, e non più l’imprenditore. Infatti molte volte vengono eseguiti dei finanziamenti privati da parte della propria azienda all’imprenditore senza che gli stessi risultino dal bilancio, per disattenzione od inedia o, più semplicemente, per ignoranza.
Prendiamo per esempio il caso più semplice e frequente, quello in cui l’imprenditore usa un proprio autoveicolo per motivi aziendali. Nella realtà egli presta alla propria azienda un furgone o un autocarro, ma questo valore (sia del bene, sia del prestito stesso) non risultano in bilancio.
Più generalmente, nel caso che l’Imprenditore apporti di fatto delle attività all’Azienda, esse devono risultare anche dalla sostanza del bilancio. Ciò contribuisce a diminuire la dipendenza del bilancio dal finanziamento bancario e rende più autonoma l’azienda.
Questo comportamento , se non incide direttamente sulla patrimonializzazione dell’impresa, modifica però la leva di comando dell’azienda, passando la barra del timone dalla banca all’imprenditore. Un bilancio più equilibrato, come fonti di finanziamento, è un bilancio che rispecchia una Aziende meglio strutturata finanziariamente e dunque più meritevole di credito e di essere finanziata, più brevemente con un migliore rating ed un minore rischio dal punto di vista bancario.