Vediamo come beneficiare degli incentivi che derivano all’affittare una casa con la cedolare secca. Questa è un’imposta speciale introdotta nel corso del 2011 il cui scopo è quello di introdurre un regime di tassazione speciale per chi affitta immobili in modo legale e a canone concordato.
Il funzionamento della cedolare secca è piuttosto semplice, questa imposta sostituisce qualsiasi tipo di imposta personale che il proprietario avrebbe dovuto pagare sui redditi derivanti dall’affitto dell’immobile. Dunque il reddito proveniente da un immobile affittato con la cedolare secca non viene tassato secondo la percentuale di tassazione prevista dalla dichiarazione dei redditi personali ma secondo la percentuale fissa introdotta con la cedolare secca stessa.
Questo, particolarmente nel caso di medi e grandi contribuenti, si rivela un risparmio d’imposta interessante, in grado di di rendere l’investimento in immobili nuovamente attraente.
Tuttavia, non è solo il proprietario dell’immobile a ottenere dei benefici dal regime della cedolare secca, ma anche l’inquilino, infatti per applicare il regime della cedolare secca è necessario che il proprietario rinunci all’aggiornamento del canone annuo per tutta la durata del contratto di locazione e eventuali proroghe, oppure che il contratto di affitto sia stipulato a canone concordato. Questo significa da un lato incentivare la stipula di contratti di affitto a canone concordato particolarmente vantaggiosi per gli inquilini, dall’altro garantire all’inquilino l’invariabilità del canone di locazione.
Vediamo come affittare casa con la cedolare secca. Risulta essere prima di tutto necessario che si tratti di una casa, quindi sono inclusi tutti gli immobili accatastati dalla categoria A1 alla A11, con esclusione della A10, comprensivi di pertinenze ed appartenenti a privati.
Risulta essere possibile affittare casa con la cedolare secca sia in sede di stipula del contratto di locazione che successivamente, inviando una raccomandata AR all’inquilino con la quale si comunica la rinuncia all’adeguamento annuo del canone di locazione.
Nei confronti invece dell’Agenzia delle Entrate si dovrà comunicare l’adesione alla cedolare secca con il modello semplificato Siria, nel caso si tratti di un solo immobile e i locatori siano massimo tre, diversamente con il modello 69.
Con l’adesione al regime della cedolare secca il locatore paga una aliquota del 21 % sull’importo del canone di locazione annuo, aliquota che si riduce al 15 % nel caso di locazioni a canone concordato per immobili siti nei comuni di Catania, Bari, Firenze, Bologna, Genova, Napoli, Milano, Palermo, Roma, Venezia e Torino, nei comuni limitrofi a questi, nei comuni dal alta tensione abitativa e in genere nei comuni capoluogo di provincia.
Il pagamento della cedolare secca dovrà avvenire in rata unica entro il 30 novembre se l’importo è inferiore a euro 257.52 e, se superiore, in due rate di cui la prima entro il 6 luglio e pari al 40 % dell’ammontare e il saldo entro il 30 novembre.
Affittare una casa con la cedolare secca esenta il proprietario dal pagamento dell’Irpef e delle addizionali, dal pagamento dell’imposta di registro sia sulla registrazione del contratto che su proroghe e risoluzione contrattuale e dal pagamento dell’imposta di bollo, anche questa sia sulla registrazione che su proroghe e risoluzioni contrattuali.