La passione per l’arte moderna e contemporanea dilaga, boom di visitatori alle mostre (+42% rispetto all’anno precedente), collezionisti disposti a sborsare somme elevatissime per accrescere la propria raccolta, privati e aziende che dedicano sostanziosi budget a opere d’arte, come forma di investimento.
Le grandi case d’asta Christie’s e Sotheby’s, l’anno scorso, hanno registrato i migliori risultati di tutti i tempi. Ma anche le compravendite tra privati crescono e lasciano a bocca aperta, per l’entità di alcuni affari: 140 milioni di dollari per il dipinto di arte contemporanea Numero 5 di Iackson Pollock, venduto a un miliardario del Messico.
Gli addetti ai lavori lamentano che in Italia le compravendite sono penalizzate dall’lva, più alta che in altri Paesi, e da un sistema dove lo Stato non agevola gli operatori, come avviene altrove.
Eppure vendere arte è possibile. Anzi: è un’attività affascinante e redditizia, a detta di chi la fa. Non facile, all’inizio, ricavarsi un posto nel settore. Indispensabili la passione per l’arte, la voglia di studiare, leggere, informarsi. Il primo passo è trovare una sede: per cominciare, basta un piccolo spazio espositivo anche di 40/50 mq.
Ci vogliono almeno cinque anni per avere un buon giro di affari. Oggi comprano tutti, anche persone di ceto medio-basso. Si assicurano in primo luogo un oggetto bello, da godersi a casa loro. Poi, fanno un investimento che si rivaluta nel tempo.
Ma chi fa il prezzo? Ci sono molti fattori per valutare il prezzo di un’opera d’arte contemporanea, che va oltre i materiali usati e le ore di lavoro. In genere, gli artisti giovani hanno quotazioni più basse. Ma è l’occhio del gallerista esperto che valuta e stabilisce il prezzo. Altro punto di riferimento per le quotazioni sono le aste. Tra le maggiori, a livello internazionale, Sotheby’s che ha anche un sede in Italia e Christie’s. Un altro importante punto di riferimento per monitorare il mercato dell’arte è il sito Gabrius (http://www.gabrius.com/) su cui scorre costantemente il borsino di artisti di oggi, ieri e secoli fa, con le variazioni delle valutazioni. E’ una società di art advisor, consulenti d’arte, che fornisce analisi e valutazioni a privati, enti, investitori.
COMPRAVENDITA
Il gallerista acquista l’opera dall’artista e la rivende, trattenendo una percentuale. In questo caso deve iscriversi alla Camera di Commercio (si vedano le nuove norme votate dal Governo, nel gennaio 2007) e ottenere la propria partita Iva.
Chi commercia opere d’arte e da collezione è sottoposto al “regime del margine”: l’lva (per le opere d’arte è del 20%) si applica solo alla differenza tra il costo per acquistare il bene e il corrispettivo di rivendita, così da evitare una duplicazione d’imposta.
CONTOVENDITA
Si opera come intermediari di affari e si trattiene una percentuale, da fatturare. Può essere la via più semplice per muovere i primi passi. In questo caso rivolgersi al Comune di pertinenza (ufficio licenze amministrative) e alla Pubblica sicurezza per l’autorizzazione all’attività.
DIRITTO DI SEGUITO
Chi vende opere d’arte deve corrispondere all’autore una percentuale del prezzo di vendita degli originali delle opere, in occasione delle vendite successive alla prima. Si chiama Diritto di seguito. Lo incassa la Società italiana autori editori. (SIAE)
Infine, alcuni galleristi propongono contratti agli artisti, che si impegnano a fornire un certo numero di opere in tempi stabiliti.