Un buon investimento nonostante il periodo di crisi è quello di aprire un distributore di benzina, precisiamo subito che generalmente non guadagneremo milioni di euro, ma avremo una entrata fissa e sicura costituita dalla differenza tra il prezzo di acquisto della benzina e quello di vendita.
I carburanti, infatti, si vendono sempre e non deperiscono. Sono dunque dei beni ideali da acquistare e rivendere, ma per fare questo è necessario possedere un proprio distributore di benzina.
I distributori che più guadagnano, dunque, sono ovviamente quelli che più vendono benzina, e di conseguenza, i migliori, in termini di rendimento, sono quelli ubicati in autostrade, superstrade o comunque vie molto trafficate.
Questi però saranno anche i distributori più costosi da rilevare poichè gli attuali gestori chiederanno un’importante buona uscita per lasciare il distributore a un nuovo gestore.
Diversamente dovremo puntare su un distributore più piccolo e ubicato in strade meno trafficate, il che ci permetterà di risparmiare su un investimento che di suo è già molto importante.
Sarà importante valutare il traffico che transita nella singola strada, fatto per il quale i comuni potranno essere di aiuto fornendo statistiche sulle stime di traffico delle varie vie, ma anche la distanza dal altri distributori oltre che la possibilità di offrire servizi aggiuntivi come autolavaggio, officina e bar. Più servizi offrire, infatti, più potremo attrarre clientela per il nostro distributore.
Ovviamente pensiamo a un distributore aperto al pubblico, ma non va scartata l’idea, particolarmente in presenza di grandi aziende, di investire in distributori di benzina privati che hanno un iter approvativo un poco più semplice, considerato appunto che forniscono servizi a una communità limitata.
Esistono poi due tipi di distributori, quelli brandizzati, ovvero che presentano un marchio conosciuto, e quelli bianchi, che non rivendono benzina non di marca. La differenza tra gli uni e gli altri è nella gestione organizzativa oltre che nei rendimenti, le pompe bianche offrono prezzi minori perché comprano la benzina direttamente dai raffinatori ma devono anche gestire in autonomia il trasporto dalla raffineria alla pompa e qualsiasi problematica insorga. I distributori brandizzati invece sono affiliati a un marchio noto che si occupa di rifornire il distributore, fare pubblicità e creare promozioni per attrarre nuova clientela nonché di risolvere eventuali problematiche che il gestore possa incontrare nel corso della gestione della pompa di benzina.
Nel caso volessimo creare un distributore di benzina da zero e non acquistarne uno già esistente, potremo richiedere in comune una copia del PRG e osservare dove questo abbia previsto l’ubicazione delle pompe di benzina, andando poi a valutare le richieste dei singoli proprietari. Una volta individuata l’area dove aprire il distributore di benzina so dovrà richiedere al comune il rilascio della concessione edilizia, per questo è importante avere sondato le intenzioni del coune fin dall’inizio, oltre che di un’apposita autorizzazione dei Vigili del Fuoco.
A seguire servirà munirsi di una licenza petrolifera e controllare che normative nazionali e regionali vengano rispettati, in particolare in termini di compatibilità urbanistica, distanze e disponibilità numerica. Ovviamente servirà il possesso di determinati requisiti di onorabilità, come l’assenza di procedure di fallimento in corso o di condanne penali. Da ultimo, nel caso si opti per un distributore brandizzato, dovremo stipulare una convenzione con una rete di distributori o, in caso di pompa bianca, con una raffineria di petrolio dove acquistare la benzina.