I paesi black list 2014 sono quei Paesi contenuti in almeno uno dei tre elenchi dell’Agenzia delle Entrate che possiedono una fiscalità bassissima o nulla. Gli elenchi suddividono questi Stati rispetto al tipo di agevolazioni che applicano o in base al tipo di sanzione applicabile agli stessi, si tratta dell’elenco black list Cfc, controlled foreign companies, di quello black list persone fisiche e di quello black list indeducibilità componenti negativi di reddito.
Le sanzioni che lo Stato applica ai Paesi contenuti in tali liste varia dal divieto di operazioni commerciali al divieto di considerare i costi sostenuti come deducibili ai fini della dichiarazione dei redditi. In breve, siccome chi opera in questi Stati non paga tasse o le paga in maniera bassissima, per evitare che questo si trasformi in un’elusione fiscale, ovvero che gli imprenditori costituiscano società di comodo per non pagare le tasse in Italia, lo Stato italiano prevede non si operi con gli stessi o che se si operi non si possano scaricare quei costi.
I paesi black list 2014, a vario titolo elencati nelle tre liste dell’Agenzia delle Entrate, sono
Alderney
Andorra
Anguilla
Antille Olandesi
Aruba
Bahamas
Barbados
Barbuda
Belize
Bermuda
Brunei
Filippine
Gibilterra
Gibuti
Grenada
Guatemala
Guernsey
Herm
Hong Kong
Isola di Man
Isole Cayman
Isole Cook
Isole Marshall
Isole Turks e Caicos
Isole Vergini britanniche
Isole Vergini statunitensi
Jersey
Kiribati
Libano
Liberia
Liechtenstein
Lussemburgo
Macao
Maldive
Malesia
Montserrat
Nauru
Niue
Nuova Caledonia
Oman
Polinesia francese
Saint Kitts
Nevis
Salomone
Samoa
Saint Lucia
Saint Vincent e Grenadine
Sant’Elena
Sark
Seychelles
Tonga
Tuvalu
Vanuatu
A questi paesi black list si aggiungono paesi dove alcune operazioni non sono soggette a sanzioni
Bahrein – Dove però non si considerano dentro la black list le operazioni relative a esplorazione, estrazione e raffinazione nel settore petrolifero.
Emirati Arabi Uniti – Dove vale quanto detto per il Bahrein.
Monaco – Ma se l’azienda con sede a Monaco con la quale si entra in contatto realizza almeno il 25% del fatturato fuori dal Principato stesso allora non vengono applicate le sanzioni relative ai paesi black list.
Singapore – Dove però non si considerano dentro la black list le operazioni eseguite con la Banca Centrale e con gli organismi che gestiscono anche le riserve ufficiali.
E ancora si aggiungono alcuni paesi dove le sanzioni black list si applicano solamene ad alcune attività
Angola – Per le società petrolifere con esenzione dall’Oil Income Tax, per le società con riduzioni d’imposta e per gli investimenti del Foreign Investment Code.
Antigua – Per le international buniness companies che operano fuori dal territorio di Antigua.
Costarica – Per le società esercenti attività ad alta tecnologia o con proventi da fonti estere.
Dominica – Per le international companies che operano all’estero.
Ecuador – Per coloro che operano nelle Free Trade Zones.
Giamaica – Per società che producono per esportare secondo l’Export Industry Encourage Act e per quelle nelle Free Zone Act.
Kenia – Per le società con sede operativa nelle Export Processing Zones
Mauritius – Per international companies, off shore companies e società con riduzioni sul Corporate Tax.
Panama – Per società con proventi da fonti estere, società insediate nelle Colon Free Zone o nelle Export Processing Zone.
Portorico – Società bancarie o soggette al Puerto Rico Tax Incentives Act o al Puerto Rico Tourist Development Act.
Svizzera – Per le società che non pagano imposte cantonali e municipali.
Uruguay – Per le società bancarie e quelle che operano offshore.
In aggiunta alle sanzioni sopra descritte, tutti i soggetti che possiedono partita iva e che hanno intrattenuto operazioni di acquisto di beni, prestazioni di servizi, cessione di beni, importazione, e via dicendo con soggetti ricompresi nelle liste black list ,devono effettuare una comunicazione all’Agenzia delle Entrate, riportante i dati delle operazioni poste in essere.
La comunicazione sarà mensile se il volume delle operazioni è superiore ai 50000 euro, altrimenti trimestrale. Non devono effettuare questa comunicazione, benché titolari di partita iva, coloro che operano in regime dei contribuenti minimi e coloro che operano in regime fiscale agevolato per le nuove iniziative produttive per il periodo di efficacia dell’opzione.
Si consideri che le sanzioni per la mancata comunicazione possono superare i 10000 euro, a seconda del volume di operazioni non comunicate, è bene pertanto informarsi e adeguarsi alla normativa vigente.
Va inoltre ricordato che la comunicazione black list non sostituisce quella Intrastat e viceversa, che va dunque, laddove obbligatorio, compilata in aggiunta a quella black list secondo quanto previsto.