Il nome Moneta ha origine secondo molti studiosi dal termine greco Monytes, indicatore, designatore, monitore.
Comparsa come normale evoluzione del baratto, che aveva i suoi limiti nell’impossibilità per chiunque di risparmiare e consumare nel futuro il proprio bene deperibile, la moneta, metallica e di forma circolare, vede la luce, prima nelle civiltà greca (quelle civiltà dell’antichità classica non romane) intorno al 700 a.C. e, successivamente, in quella romana. Limiteremo volutamente la cronologia numismatica al solo occidente, elencando di seguito le monetazioni più importanti
Monetazione greca
Per ordinare la monetazione greca, si usa generalmente il criterio artistico che la suddivide in 4 grandi periodi:
Primo PERIODO, arte arcaica dal 700 al 480 a.C.
Caratterizzato dalla rozzezza delle forme. La moneta presentava generalmente la lavorazione solo sul lato diritto, mentre nel rovescio vi era quasi sempre un quadrato incluso, cioè l’orma lasciata dall’incudine sulla moneta quando questa veniva battuta con il martello.
Secondo PERIODO, arte di transizione dal 480 al 415 a.C.
Le forme sono ancora abbastanza rigide e spigolose ma risulta evidente un miglioramento rispetto al primo periodo.Sul diritto spesso sono raffigurati profili umani abbastanza grossolani; in alcuni casi il rovescio presenta ancora il classico quadrato incuso ma iniziano a comparire i primi rovesci lavorati.
Terzo PERIODO, arte di massimo splendore dal 415 al 336 a.C.
Di fattura meravigliosa, le monete di questo periodo presentano sul diritto teste di divinità viste di tre quarti. Vivaci ed eleganti raffigurazioni umane ed animali campeggiano sul rovescio di queste inimitabili monete.
Quarto PERIODO, arte di decadenza dal 336 in poi.
Le monete di questo periodo perdono l’eleganza che le aveva fino ad allora caratterizzate. Sul diritto,le divinità vengono pian piano sostituite dai ritratti dei re e i le raffigurazioni sui rovesci sono sempre più statiche.
Monetazione romana
La monetazione romana è divisa in due periodi distinti
Periodo repubblicano
Dopo aver abbandonato il baratto anche la civiltà romana, evolvendosi, introduce la moneta (prima fusa e poi coniata) per regolare gli scambi commerciali sempre più importanti. La prima monetazione bronzea, imponente e rozza, (aes rude e aes signatum) viene pian piano sostituita da conii, in metalli diversi, più raffinati ma sempre più piccoli, cosi come segue:
dalle origini di Roma fino al 268 a.C. Aes rude e Aes signatum in bronzo;
dalle origini di Roma fino al 268 a.C. Aes signatum in bronzo;
dal 342 al 211 a.C. monete Romano-Campane in bronzo, argento ed oro,
dal 338 al 268 a.C. Aes grave o librale in bronzo;
dal 268 al 217 a.C. Denari e sottomultipli in argento;
dal 268 al 48 a.C. Asse ridotto e successive diminuzioni in bronzo;
dal 217 al 48 a.C. Denari in argento col nome dei magistrati monetari;
dall’ 81 al 48 a.C. Aurei in oro.
Periodo Imperiale
Anche se storicamente l’Impero Romano inizia con Ottaviano Augusto (2 d.C.) e termina con sua la caduta (476 d.C.), la monetazione Imperiale Romana inizia dal 48 a.C. , quando Giulio Cesare si fece eleggere dittatore perpetuo. In questi cinque secoli vennero coniate innumerevoli monete in oro, argento e bronzo. Solitamente la monetazione imperiale propone sul diritto il ritratto dell’imperatore regnante che, a volte, concede il suo diritto di effigie alla moglie, l’imperatrice, o ai membri della sua famiglia. Il rovescio invece è molto vario: raffigurazioni maschili e femminili, allegorie, personificazioni geografiche e concetti astratti, costruzioni varie, monumenti sacri e profani, armi e via dicendo rappresentano la vita romana nella sue forme più varie, dal culto alla guerra. Per informazioni su come riconoscerle e sul loro valore, è possibile vedere questa guida sulle monete romane su Valoremonete.net.
Monetazione bizantina
In concomitanza della caduta dell’Impero Romano, inizia la monetazione bizantina che può essere inserita nel periodo che va dal 395 d.C. al 1453 d.C., durante il quale vennero coniate innumerevoli monete in bronzo, argento ed oro.
La monetazione in bronzo era composta dai Follis e dai piccoli Nummus o Denarius. I nummus erano monete dal diametro di circa 10 mm e dal valore molto esiguo. Per questo motivo ben presto fu necessario affiancarli da multipli da 5, 10 e 20 nummus e si distinguevano per una lettera presente sul rovescio (E= 5 nummus; I= 10 nummus e K= 20 nummus). Esistevano poi i Follis, riconoscibili dalla lettera M e aventi un valore di 40 volte superiore al nummus, decisamente più adatti per gli scambi commerciali.
La monetazione argentea era composta dalla Siliqua e dal Miliarensis. Quest’ultimo, coniato quasi ininterrottamente per l’intera durata dell’impero,pesava circa 8 gr ed aveva valore doppio rispetto alla siliqua.
La monetazione d’oro aveva come punto di riferimento il Solido o Soldo. Era la moneta con il valore nominale più alto e pesava circa 4,5 gr.; circolò per tantissimi anni e mantenne praticamente invariate le sue caratteristiche. Questa moneta venne affiancata da altre due monete d’oro da 1/2 ed 1/3 di solido, chiamate rispettivamente Semisse e Tremisse.
Monetazione medioevale
La monetazione medioevale è caratterizzata essenzialmente dalla mancanza di monete d’oro. Alla base del sistema, regolarizzato da Carlomagno, vi era la moneta d’argento. La scarsità dei metalli preziosi, la mancanza di traffici commerciali e le devastazioni delle invasioni barbariche nei territori che un tempo erano sotto il controllo dell’Impero Romano portarono alla quasi scomparsa della moneta. La sola circolante era il Denaro, piccola e sottile moneta d’argento pesante poco più di 1 grammo.
La frammentazione in stati e staterelli dell’ex Sacro Romano Impero portò all’ affermazione dei Comuni, che iniziarono a battere moneta propria. La carenza quasi assoluta di metalli preziosi, però, aveva reso le poche monete d’argento circolanti, delle semplici lamine più simili allo stagno, decisamente inadatte ai traffici commerciali con il mondo arabo, che continuava, invece, ad usare monete d’oro. Proprio la necessità di intraprendere affari con i ricchi paesi orientali portò le città più forti a coniare monete accettabili in oro e argento: Firenze con il suo fiorino d’oro, Genova con il Genovino e Venezia con il Ducato furono gli esempi più rilevanti. Intorno alla fine del XV secolo, in seguito alla scoperta degli enormi giacimenti del nuovo mondo, apparvero sul mercato le monete d’argento di largo modulo.
Monetazione moderna
La scoperta dell’ America portò infiniti giovamenti al vecchio continente e al suo sistema monetario. Il misero denaro venne soppiantato dai vari Talleri, Scudi e Ducati dalle dimensioni eccezionali. Ma la Spagna, divenuta col tempo padrona assoluta ed incontrastata di tutto il metallo prezioso proveniente dalle sue colonie d’oltremare, decideva e continuamente variava il rapporto fra l’oro e l’argento, obbligando gli altri Stati europei, grandi e piccoli, ad un adeguamento costante e sfiancante del loro sistema monetario. Tutto questo perdurò fino allo scoppio della Rivoluzione Francese e alla conseguente introduzione del sistema decimale. La creazione dell’ Unione Monetaria Latina, basata appunto sul sistema decimale, vide la partecipazione di numerosi Stati europei che si accordarono per coniare monete in oro, argento e rame con le stesse identiche caratteristiche tecniche. (Simbolo indiscusso di questa cooperazione fu il Marengo). Ad essi non si associò l’Inghilterra che fondò un sistema monetario autonomo,basato sulla fortunatissima Sterlina d’oro. Questa nuova moneta, insieme al Dollaro americano, dominò il panorama economico mondiale fino alla fine della 2° guerra mondiale.
Monetazione contemporanea
Con i loro inevitabili e devastanti strascichi economici, le grandi guerre mondiali contribuirono in pochi anni alla cancellazione nel mondo occidentale della tradizionale monetazione che, fino ad allora, si era basata sui metalli preziosi. Il caos economico generato da quel periodo e la Grande depressione nel 1929, in brevissimo tempo, portarono i paesi industrializzati ad abbandonare l’utilizzo delle monete d’oro per la circolazione e a firmare, nel contempo, l’ accordo economico di Bretton Woods, atto a regolarizzare la politica monetaria internazionale. Questo accordo prevedeva, inoltre, che ogni stato stabilizzasse il tasso di cambio e ancorasse la propria moneta al dollaro americano, che divenne, con alti e bassi, la valuta di riferimento in tutto il mondo fino ai giorni nostri.Per trovare una moneta così determinante dovranno trascorrere circa 40 anni. Nei primi anni del 2000 l’avvento dell’Unione Europea (UE), portò come conseguenza la nascita dell’ Euro. Generato in un bacino d’utenza di quasi 600 milioni di persone, oggi l’euro viene sempre maggiormente apprezzato in tutto il mondo tant’è che le transazioni internazionali, basate fino ad ora quasi esclusivamente sul dollaro, vedono sempre di più l’affermarsi della nuova moneta europea.
Il boom economico mondiale ha fatto si che dagli anni 60 alcuni stati siano tornati a coniare monete in oro e argento, in tirature più o meno limitate, e a destinarle esclusivamente a collezionisti e investitori. Oggi sono innumerevoli le zecche che producono e commercializzano tali monete. In questo mercato sempre in costante ascesa, l’ Australia copre da sola quasi il 40%, seguono la Cina, il Canada e gli Usa. In campo europeo, invece è l’Austria a primeggiare, offrendo agli appassionati del settore, una produzione di indiscussa qualità.