Affrontiamo il complesso tema del lavoro autonomo di tipo occasionale e cerchiamo di definire quello che sono i limiti delle prestazioni occasionali.
Le prestazioni di lavoro occasionale, infatti, presentano varie soglie limite, oltre il quale possono scattare obblighi ulteriori o la prestazione cambia natura e prevede la messa in atto di tutta una serie di procedure che appresso vedremo.
Risulta essere bene conoscere puntualmente i limiti delle prestazioni occasionali al fine di decidere in modo conscio se accettare un lavoro che determina, magari di poco, il superamento di un dato limite e comunque per non trovarsi a dover gestire brutte sorprese sotto il punto delle sanzioni amministrative che possono venire inflitte nel caso non si rispettino tali limiti.
Iniziamo con i limiti propri delle prestazioni occasionali. Si definisce lavoro autonomo di tipo occasionale la prestazione di attività lavorativa che si caratterizza per essere autonoma, saltuaria e occasionale. Ovvero, come definito legge n. 20 del 2003 poi sfociata nel D.Lgs 276 del 2003, è necessario che la prestazione di lavoro non sia abituale, professionale, continua e coordinata. Facciamo attenzione perché l’assenza di un contratto di lavoro scritto non significa che non siamo davanti a un contratto di lavoro, visto che questo può assumere anche fora orale.
Nel contratto di lavoro autonomo occasionale dunque non vi deve essere vincolo di subordinazione e potere di coordinamento da parte del committente. La prestazione deve essere individuale, ovvero non deve prevedere il coordinamento di ulteriori persone, e deve essere prestata in via del tutto occasionale per un massimo di 30 giorni l’anno. Oltre questo limite di durata esiste un limite di corrispettivo, il guadagno che si ottiene da prestazioni di lavoro autonomo occasionale non deve superare 6250 euro lordi, ovvero 5000 euro l’anno netti. Questo limite, tuttavia, non è applicato alla singola prestazione di lavoro ma alla sommatoria di tutte le prestazioni di lavoro autonomo occasionale che si operano nel corso di un anno solare. Quindi questo significa che non solo la singola prestazione deve prevedere una remunerazione inferiore ai 5000 euro netti ma soprattutto questa, sommata con le altre eventualmente prestate, non deve superare tale limite, trasformandosi diversamente in lavoro autonomo vero e proprio, o in lavoro a progetto nel caso vi fosse l’elemento della coordinazione.
Nel caso la prestazione di lavoro occasionale venga svolta nei confronti di enti o aziende che redigono una contabilità o una rendicontazione delle spese, come le società, le imprese individuali, gli enti di ogni tipo, gli amministratori di condominio, i professionisti, ci sarà richiesta l’emissione di una ricevuta nella quale verrà applicata una ritenuta d’acconto. Questo significa che il 20% del compenso verrà trattenuto dal committente, che lo verserà per nostro conto allo Stato, come acconto delle nostre imposte dei redditi. La ricevuta dovrà poi riportare tutti i nostri dati personali, data e numero e una marca da bollo di 1.81 euro nel caso superi 77.47 euro.
Abbiamo visto che il committente effettua una ritenuta di acconto a favore dello Stato, questo perché anche i redditi da lavoro autonomo occasionale concorrono a formare il reddito imponibile della persona e devono essere riportate nel quadro RL del modello UNICO Persone Fisiche, ai sensi dell’art. 67, c. 1, lettera l, del TUIR, e calcolati come stabilito all’art. 71, c. 2 del TUIR come differenza tra importo percepito e spese inerenti alla sua produzione. Questi redditi saranno dunque tassati assieme a tutti gli altri nostri redditi e a seconda dell’imponibile complessivo della nostra dichiarazione dei redditi potremo trovarci a versare una ulteriore percentuale a titolo di saldo, oppure a beneficiare di un credito di imposta per aver versato già imposte oltre il dovuto. Per coloro, infine, che percepiscono unicamente redditi di lavoro autonomo occasionale in misura inferiore ai 4800 euro, non è neppure obbligatorio presentare il modello UNICO, restando esentati dalla dichiarazione dei redditi.
Quelli visti finora sono i limiti delle prestazioni occasionali a titolo fiscale. Tuttavia come tutte le prestazioni di lavoro, entra in gioco anche la disciplina previdenziale. In questo caso il limite è di 5000 euro, inteso sempre come sommatoria di tutti i singoli compensi percepiti nel corso di un anno, sotto il quale non dovremo fare nulla ma sopra il quale dovremo iscriverci alla Gestione Separata INPS come previsto dall’art. 44 del D.L. n. 269 del 2003 in modo dettagliato.