I contribuenti che hanno pagato più tassse di quelle dovute, hanno diritto al rimborso Irpef.
La richiesta può essere effettuata tramite la dichiarazione dei redditi o con una domande specifica.
I lavoratori dipendenti che utilizzano il 730 possono avere il rimborso tramite la busta paga o, se questo non avviene, con una richiesta all’Agenzia delle Entrate.
In questo caso è necessario però presentare una dichiarazione del datore di lavoro in cui questo attesta di non avere fatto il conguaglio.
Se la dichiarazione dei redditi avviene tramite il Modello Unico, e risulta essere presente un credito di imposta, il contribuente deve richiedere il rimborso immediato tramite il quadro RX.
Se questo non viene fatto, il credito sarà compensato con le dichiarazioni dei redditi successive.
Negli altri casi, in cui la richiesta rimborso Irpef, non viene effettuata tramite 730 o Modello Unico, è necessario presentare una domanda specifica.
I termini per presentare la domanda variano in base all’imposta, nel caso dell’Irpef sono di 48 mesi.
Il rimborso può essere pagato con diverse modalità, a seconda dell’importo e delle preferenze del contributente.
Se la somma è inferiore a 1.549,37, il pagamento può avvenire in contanti pressso un ufficio postale.
Se la somma è compresa tra 1.549,38 e 51.645,69 euro, il pagamento viene effettuato con un vaglia della Banca d’Italia.
Se la somma è superiore a 51.645,69, il pagamento viene effettuato con un accredito bancario.
Bisogna comunque ricordare che il pagamento può essere effettuato con accredito bancario anche per somme minori, se il contribuente ha indicato questa preferenza e ha comunicato il codice Iban all’Agenzia delle Entrate.
Il rimborso Irpef è un’operazione importante e quindi è necessario capire il funzionamento e le possibilità.