In questa guida vediamo come investire in BOT.
A differenza di gran parte dei risparmiatori che, all’estero, investono almeno un terzo dei propri risparmi nel mercato azionario, molti in Italia preferiscono per i loro investimenti i titoli di stato, nello specifico preferiscono i BOT.
I motivi possono essere ricercati nella poca spinta a investire i propri risparmi nel mercato finanziario che, per molti Italiani, resta qualcosa di troppo rischioso.
I titoli di stato, introdotti negli anni 70 per ripianare il bilancio, sono invece obbligazioni statali, il cui andamento è garantito, e che hanno scadenza prefissata.
A differenza delle azioni, quindi, i Bot non garantiscono una entrata derivata dallo scambio, ma una rendita a tasso prefissato fino alla scadenza del titolo, che può essere trimestrale, semestrale od annuale mentre BTP e CCT, ad esempio, hanno durata superiore, ovvero vincolano il denaro per un tempo maggiore.
Il vantaggio dei Bot, quando era in vigore la Lira, era strettamente collegato alla inflazione altissima, per cui a fronte di una inflazione che ha raggiunto picchi del 15%, offrivano rendimenti molto alti, dal 15 al 25% annuo.
Breve durata e tasso di interesse elevato rendevano i Bot un ottimo investimento, cosa che invece, ad oggi, non è più vera ed i Bot offrono rendimenti decisamente molto inferiori.
Tenere parte del proprio portafoglio in Bot può essere una soluzione soddisfacente per avere un rendimento sicuro anche se non troppo elevato, magari in attesa del momento giusto per effettuare investimenti più redditizi e in caso si sia impegnata una parte consistente dei propri risparmi in investimenti a tasso di rischio più elevato.