Un contratto di locazione transitoria si effettua quando si presenta la necessità di affittare, sia da parte del proprietario che da parte dell’inquilino, un immobile per un periodo di tempo che va da un mese a diciotto mesi.
La natura transitoria del contratto di locazione deve essere dichiarata all’interno del contratto stesso di locazione e deve essere corredata da specifica documentazione.
In alcune zone, principalmente nelle grandi città, le locazioni transitorie hanno canone che può arrivare fino al 20% in più rispetto a quello di un normale contratto e sono regolamentate da accordi territoriali in ambito comunale.
Le condizioni da certificare per poter affittare con contratto di locazione transitoria sono, per i proprietari
-La necessità di vendita dell’immobile in breve tempo
-La necessità di destinare l’immobile in breve ad abitazione propria o dei familiari
-La necessità di eseguire lavori di edilizia entro breve termine
-Altre cause di natura legale collegate a separazioni o divorzi
Per gli inquilini, le condizioni da certificare per poter affittare con contratto di locazione transitoria sono invece:
-L’affitto temporaneo è conseguente ad una necessità di cura o di assistenza per sé o per i propri famigliari in un luogo diverso da quello di residenza
-La presenza di un contratto o di un trasferimento di lavoro temporaneo lontano dalla propria residenza
-Lavori di edilizia da effettuarsi e che rendano la propria abitazione temporaneamente non utilizzabile
-Attesa della disponibilità di un immobile acquistato o già assegnato in un bando per gli alloggi pubblici
Il rinnovo del contratto di locazione transitoria può avvenire solo se vengono confermate le condizioni per cui si può accedere a tale tipo di contratto. Se vengono prolungati i termini oltre i 18 mesi, è obbligo di legge da parte del proprietario adottare il regime del normale contratto ad uso abitativo, con la formula del 4+4 normale.