Il libretto di risparmio è un prodotto finanziario tra i più antichi che il mondo bancario conosca e che, in un certo modo, potremmo addirittura giungere a definire storico. Si tratta infatti di uno dei più tradizionali tipi di conti che si possono aprire presso un istituto bancario e trova le proprie origini già nel rinascimento, quando apparvero le prime banche e con esse l’esigenza non solo di effettuare pagamenti senza movimentare denaro ma anche di custodire i propri beni.
Proprio nell’ottica della custodia dei beni nasce il libretto di risparmio il quale, a differenza del conto corrente, non svolge il ruolo di conto di pagamento nel quale addebitare pagamenti e ricevere accrediti di denaro, ma svolge unicamente il ruolo di cassaforte del patrimonio personale.
Come il nome stesso suggerisce, del resto, esso nasce per depositare quella parte del proprio patrimonio che costituisce il risparmio personale ed è oggi – nonostante siano trascorsi secoli dalla creazione di questo prodotto finanziario – ancora utilizzato da tutte le categorie sociali, giovani e anziani, lavoratori e non.
Essendo un prodotto finanziario standard e che non presenta generalmente molte movimentazioni, è solitamente un prodotto al quale non vengono applicati particolari costi e la cui remunerazione, in termini di interessi creditore, è più elevata rispetto a un conto corrente ordinario.
Potremmo dire, volendolo raffrontare con nuovi prodotti sorti recentemente, che sia l’antenato del conto deposito, avendo molte cose in comune con questo, anche se presenta una minore interattività, mancando solitamente di accessi web banking.
Il libretto di risparmio, sia esso bancario o postale, è soggetto a tassazione, come qualsiasi altro prodotto finanziario similare. In particolare trovano applicazione due tipi di imposte
L’imposta di bollo sul libretto di risparmio, chiamato anche bollo sulle comunicazioni finanziarie, è determinato in euro 34,20 per le persone fisiche ed euro 100,00 per gli altri titolari di libretto di risparmio. Non viene pagato però se la giacenza media del conto è inferiore a 5.000 euro, anche se va detto che nel calcolo della giacenza media non si considera solo il saldo del libretto di risparmio ma di tutti i conti accesi presso la medesima banca o presso le poste.
La tassa sugli interessi dei libretti di risparmio. Si tratta di un prelievo del 20% su quanto percepito a titolo di interessi per le somme depositate sul libretto di risparmio. Per fortuna le recenti modifiche sulla tassazione delle rendite finanziarie annunciate dal Governo non prevedono, almeno per il momento, l’aumento della tassazione per questo particolare prodotto finanziario, a differenza invece di quanto avverrà per obbligazioni bancarie e societarie, azioni, dividendi, polizze di investimento, pronti conto termine e fondi comuni.