In questo articolo spieghiamo come funziona la disciplina fiscale in caso di lavoro all’estero e tasse. Molte persone, particolarmente quelle che vivono in zone di confine, si trovano a prestare la propria attività lavorativa all’estero seppure vivendo in Italia e non sanno dove devono pagare le tasse.
Stesso problema si trovano ad affrontarlo tutti quegli italiani che all’estero ci sono davvero, e dovendosi mantenere si trovano a lavorare all’estero avendo stabilito lì il proprio domicilio ma mantenendo la residenza in Italia.
Infatti per lavorare all’estero non è necessario trasferirsi all’estero, basta trovarsi all’estero e prestare una attività lavorativa. Vediamo dove questi guadagni vanno tassati.
L’elemento distintivo è proprio la residenza, ovvero quel luogo che la persona sceglie come centro dei propri affari. Se la residenza è in Italia il pagamento delle tasse, anche se con qualche distinguo che appresso analizzeremo, deve avvenire in Italia. Nel caso invece la residenza sia all’estero le cose cambiano.
Bisogna fare attenzione che per residenza non si intende il semplice domicilio, ovvero possedere un luogo dove si garantisce la propria reperibilità, ma si deve effetuar il procedimento vero e proprio di trasferimento di residenza cancellandosi dai residenti in Italia e iscrivendosi ai corrispondenti elenchi esteri.
Dopo questa digressione torniamo al tema centrale del nostro approfondimento, lavoro all’estero e tasse.
Nel caso abbiamo residenza in Italia e lavoriamo all’estero la dichiarazione dei redditi e il relativo pagamento delle tasse deve avvenire in Italia. Non importa infatti il fatto che i guadagni si percepiscano all’estero e ciò che si guarda è la pura residenza anagrafica. Se poi il lavoro eseguito all’estero supera i 183 giorni, ovvero più di metà dell’anno lavorativo allora si ha diritto ad usufruire delle retribuzioni convenzionali che vengono stabilite ogni anno con decreto del Ministro del Lavoro e del Ministro dell’economia e delle finanze. Ogni decreto ha valore per l’anno successivo quello di emissione e viene emesso verso dicembre di ogni anno.
Nel caso invece si sia trasferita la propria residenza all’estero, invece, i redditi vanno dichiarati all’estero e anche il pagamento delle tasse va effettuato in base alla tassazione del paese estero nel quale si ha la residenza. Per trasferire la propria residenza al’estero bisogna prima di tutto cancellarsi dall’anagrafe dei residenti in Italia e iscriversi all’anagrafe degli italiani residenti all’estero, AIRE.
Infine è comunque possibile che un cittadino italiano e residente all’estero si trovi nella situazione opposta a quella finora descritta, ovvero lavora in Italia. In tal caso il cittadino italiano residente all’estero deve dichiarare i redditi e pagare le tasse in Italia qualora svolga attività lavorativa o generi reddito in Italia. Si dovrá però fare anche riferimento alle Convenzioni Internazionali poiché si devono evitare le doppie imposizioni, ovvero di pagare le tasse sia in Italia che nello stato estero.