Una corretta presentazione della nostra azienda non può prescindere da un’analisi del management e della nostra organizzazione aziendale.
Ma una micro-impresa o una piccola impresa che cosa possono presentare?
Di solito non presentano nulla, e qui fanno l’errore grave che, normalmente, li penalizza a livello di rating. Perché un’organizzazione, anche nella più piccola impresa pur se individuale, in realtà esiste.
Poco più in alto abbiamo paragonato la Fiat al piccolo Mobilificio Brianzolo; spieghiamo il concetto analizzando questo esempio più da vicino. Il Mobilificio Brianzolo è una realtà in cui l’imprenditore e sua moglie fanno praticamente tutto, dalla progettazione alla prima nota contabile, facendosi aiutare da artigiani esterni per determinate rifiniture e da qualche garzone di bottega per il lavoro basilare, cioè costruire i mobili. Presentato in questo modo, l’approccio è senza dubbio artigianale, molto rustico e non certamente di impronta manageriale.
Spieghiamo ora la stessa cosa, usando un diverso approccio.
Il Mobilificio Brianzolo ha optato per una organizzazione funzionale e leggera basandosi sull’outsourcing di alcune funzioni. Il titolare ha la funzione della direzione in generale, del controllo e gestione della produzione, coordinando le risorse umane disponibili ed i fornitori specializzati esterni; il coniuge ha la gestione e controllo dell’amministrazione, rapporti con i fornitori e gestione dei clienti. Il Mobilificio ha affidato la gestione della contabilità allo studio X, ha affidato le strategie finanziarie allo studio Y, la contrattazione e la gestione dei problemi di incasso e legali all’avvocato Z. Potremo continuare ancora.
La sostanza resta invariata, ma la forma è molto diversa e altrettanto diversa è la percezione di un potenziale finanziatore.
Abbiamo dimostrato che , a monte, esiste una organizzazione funzionale del lavoro, in cui sono evidenziati i principali processi e sono tutti sotto controllo e gestiti direttamente dall’azienda (Imprenditore) tramite personale direttamente riferibile all’azienda stessa (i garzoni) o tramite affidamento in outsourcing (gli artigiani).
Il fulcro non è quindi che l’organizzazione sia interna all’azienda, od esterna, o un mix di organizzazione interna ed esterna, ma bensì che l’organizzazione nella sostanza esista, derivi da una pianificazione strategica e sia applicata sempre.
Pressoché ogni tipo di azienda, se ci si riflette un momento, può essere descritta come una organizzazione moderna di fattori produttivi, interni ed esterni. Dipende da noi presentarla in questa maniera oppure no.
Uscendo dall’esempio limite, consideriamo sempre che nelle nostre azienda abbiamo delle risorse umane con una specifica professionalità, e teniamo queste informazioni “segrete” senza divulgarle alla banca. Questo è un errore. Specie se l’imprenditore viene da una crescita aziendale veloce, in cui un buon artigiano cambia casacca e diventa imprenditore di sé stesso e di altri, avrà assunto persone che hanno una specifica professionalità e preparazione che costituiscono un valore aggiunto alla propria impresa.
Se siamo un’azienda che fa quadri elettrici, avere alle nostre dipendenze dei tecnici specializzati, è un valore aggiunto. Se il progetto dei quadri ce li fa un nostro giovane ingegnere, la banca deve sapere che lui esiste, e non deve essere solo un nome collegato ad un conto corrente per versargli lo stipendio, ma deve essere considerato e presentato come una funzione produttiva organizzata e gestita a livello manageriale. Se ci siamo rivolti ad uno studio di consulenza aziendale per la pianificazione finanziaria e l’organizzazione aziendale, questo è un valore aggiunto per l’impresa, perché a capo di una funzione amministrativa c’è una realtà manageriale a gestirla, anche se non c’è rapporto diretto da dipendente, ma solo un contratto di fornitura di servizi professionali. Se il contratto di base ce lo ha scritto un legale, dobbiamo far sapere alla banca che tutto è sotto controllo da parte di uno specialista, pur se a questo legale ci rivolgiamo una volta all’anno. Se abbiamo lasciato perdere la gestione fiscale dell’associazione di categoria e siamo passati ad un commercialista, la banca deve sapere che a capo della funzione fiscale abbiamo un professionista. Pensando in questo modo, ragionando in questo modo, abbiamo un’azienda, pur se piccola, circondata comunque da specialisti che la indirizzano nella maniera più corretta e logicamente organizzata. Tutto questo fa diminuire il rischio per la banca.
In sostanza, tocca a noi vendere bene la nostra azienda, senza sopravvalutarla, ma neanche sottovalutarne gli aspetti positivi.