La carta di credito revolving è essenzialmente la “sintesi” del concetto di “prestito”: tramite essa acquisiamo beni, prodotti e servizi di ogni tipo, il cui pagamento viene poi dilazionato tramite il pagamento di alcune rate; è stata la banca che ha emesso la carta di credito a fornirci il “prestito” che ci ha consentito di acquisire i beni immediatamente, senza spendere di fatto alcun centesimo nell’immediato.
La carta di credito revolving è, quindi, come se avesse un “prestito incorporato”, di cui la banca emittente ci dà la possibilità di usufruire in qualsiasi momento, presso qualsiasi negozio convenzionato o attraverso internet.
E questa è una differenza tra la carta di credito revolving dagli altri tipi di carte di credito: questa carta offre la possibilità di spendere del denaro indipendentemente dai fondi disponibili sul conto corrente e di ripagare poi a rate il proprio debito.
Altra grande differenza è che il possessore della carta, nel corso del mese, può scegliere l’importo della rata che preferisce pagare.
Come accade per il prestito, poiché tra una banca che “presta” del denaro e un cliente che ne beneficia è sempre il primo a doverne avere dei vantaggi (è una legge di mercato, altrimenti il prodotto prestito e carta di credito non avrebbe motivo di esistere), occorre fare particolare attenzione agli interessi.
Gli interessi sulla carta di credito revolving
Uno degli elementi fondamentali da tenere in considerazione prima di attivare una carta di credito revolving sono, appunti i tassi di interesse. Vi cito qui di seguito i due principali, rimandandovi, per approfondire l’argomento, alle guide espressamente dedicate ad entrambi:
– Tan (Tasso Annuo Nominale): è il tasso di interesse più semplice, espresso in percentuale, quello da corrispondere annualmente alla banca o istituto finanziario autorizzato;
– Taeg (Tasso Annuo Effettivo Globale): è il tasso di interesse applicato alla rata, attraverso il quale è possibile calcolare realmente l’ammontare della ratastessa. Il Taeg è il tasso che può rappresentare l’indice per comparare diverse offerte di carte di credito revolving di mercato, poiché è questo che varia da istituto a istituto.
Diversamente dal Tan, il Taeg comprende eventuali oneri accessori, quali spese di istruttoria e spese assicurative, che sono a carico del cliente. La normativa italiana consente parecchia “elasticità” agli istituti nella scelta di escludere o includere nel calcolo del Taeg alcune voci, come ad esempio, quelle assicurative.
Le rate del pagamento della carta di credito revolving
Abbiamo visto che il pagamento a rate per il rimborso del debito derivante dall’uso della carta di credito revolving, come per il debito derivante da un prestito, costituisce una delle sue caratteristiche.
L’importo della rata della carta revolving è inizialmente stabilito in sede di contratto con la banca o istituto emittente e generalmente si aggira intorno al 5-10% del fido prestabilito, oppure viene stabilito ad una quota fissa (ad esempio, Euro 50,00).
Un’altra delle caratteristiche di questo tipo di carta è quella di potere, ogni mese, variarel’importo della rata, purché sia superiore ad un importo minimo, che di solito non può superare il 5% dell’esposizione debitoria; mano a mano che si rimborsano gli importi spesi si ricostituisce il fido e, quindi, la disponibilità per ulteriori spese.
Se, dunque, il titolare della carta ritiene di potere rimborsare il suo debito con una rata maggiore o minore per un certo mese, sarà sufficiente chiamare un call center che tutti gli istituti mettono a disposizione e variare l’importo della rata.
Per il resto, la carta di credito revolving ha le stesse caratteristiche di una normale carta di credito, che può quindi essere utilizzata per i pagamenti nei negozi “reali” convenzionati, in quelli “virtuali” su internet e permette anche di prelevare contanti presso gli sportelli abilitati.
Quando conviene usarle e quando non conviene: vantaggi e svantaggi
La grande pubblicità che le varie banche e gli istituti finanziari fanno sulle loro carte di credito revolving è un segno che a noi consumatori potrebbe metterci in allarme.
Risulta essere bene sapere usare le carte di credito revolving con intelligenza, cioè usarle quando ci conviene farlo.
Direi che il maggior vantaggio dell’uso dellacarta di credito revolving, oltre a quelli già detti per le carte di credito in generale, consiste nel fatto di avere la possibilità di accedere ad un “prestito” di denaro in qualsiasi momento senza la trafila che farne richiesta comporta e senza attendere la risposta se è stato accettato o meno il finanziamento.
In pratica, al momento del contratto la banca ci assegna una certa somma, ad esempio 5 mila Euro, che abbiamo sempre a nostra disposizione, spendibile in qualsiasi momento.
Questo tipo di carta è particolarmente indicata per l’acquisto di beni di costo medio: è l’ideale per elettrodomestici (lavatrici, lavastoviglie, frigoriferi), oggetti d’arredamento, mobili e simili, poiché il loro pagamento è estinguibile in poche rate e la quota di interessi da pagare “vale” il vantaggio di avere subito il prodotto a disposizione.
E’, invece, sconsigliato utilizzare una carta di credito revolving per il pagamento delle spese quotidiane, perché piccole spese ma continue possono costituire un accumulo di interessieccessivo.
Lo svantaggio nell’uso della carte di credito revolving consiste nella possibilità di potere sostenere costi elevati dovuti:
– al pagamento di tassi di interesse eccessivi;
– al pagamento di elevate spese di gestione.
Per questo occorre essere bene informati prima di attivare una carta di credito revolving e poterne sfruttare ampiamente i vantaggi che ci vengono messi a disposizione.
Il contratto per ottenere la carta di credito revolving
Secondo la legge italiana, il contratto per una carta di credito deve contenere i seguenti elementi:
– il tasso di interesseapplicato;
– ogni altro prezzo applicato, inclusi oneri di mora;
– ammontare del finanziamento;
– Taeg;
– il dettaglio secondo il quale il Taeg può essere modificato;
– il dettaglio e la causale degli importi che sono esclusi nel calcolo del Taeg;
– le eventuali spese assicurative.
Altri elementi importanti da tenere in considerazione:
– la validità della carta di credito, stampata in rilievo sul fronte della stessa: la banca o l’istituto erogatore potrebbe chiedere una quota annuale per il suo rinnovo;
– restituzione della carta di credito: il titolare deve avere la possibilità di recedere dal contratto in qualsiasi momento, seguendo una certa procedura: darne comunicazione scritta mediante raccomandata, saldare il conto eventualmente aperto, restituire la carta dopo averla tagliata;
– estratto conto (ognuno di questi estratti conto ha in media un costo di invio di Euro 1,23; per quelli superiori a Euro 77,47 è prevista anche un’imposta di bollo di Euro 1,81): è obbligatorio inviarlo al cliente mensilmente, dettagliando le operazioni effettuate, gliinteressi maturati, le spese dello stesso estratto conto, di bollo e la posizione contabile dello stesso (eventuali contestazioni allo stesso devono essere comunicate entro 60 giorni dal suo ricevimento);
– esonero da responsabilità: la banca o istituto erogatore non è responsabile di qualsiasi controversia eventualmente sorta tra il titolare della carta e l’esercente dal quale ha acquistato il prodotto (ad esempio, in caso di merce difettosa o per cattivo servizio);
– decadenza dal beneficio del termine: questa clausola del contratto prevede che nel caso in cui il titolare della carta non adempia al regolare pagamento anche di una sola rata, l’istituto emittente possa rescindere immediatamente il contratto chiedendo l’immediata restituzione del debito residuo.
Una soluzione molto interessante.