Quanto è importante la scelta delle parole quando il nostro ruolo è quello di motivare e guidare le persone? Quanto può influenzare la percezione di noi con colleghi e collaboratori? In alcune occasioni, per esempio, è meglio evitare di dire determinate cose, per quanto al momento ci possano sembrare istintive o imprescindibili.
Abbiamo pensato di offrirvi qualche spunto su termini e modi di dire che possono facilmente essere fraintesi dai vostri collaboratori, da evitare in favore di un clima che ispiri condivisione, rispetto e contribuisca al team building.
Non posso farci nulla. Come superiore e punto di riferimento esprimere un’impossibilità in questa forma può facilmente essere percepito come una mancanza di volontà di fronte a un problema. Chiedere invece “Come suggerite di risolvere la situazione?” ispira maggiore propensione al dialogo e in futuro la stessa persona prima di confidare dubbi ed eventuali lamentele penserà quali soluzioni proporre prima di esporvi il problema. In seguito un follow up concreto della questione sollevata attribuirà la massima professionalità al vostro operato
Risulta essere sempre stato così. In un contesto di insoddisfazione o di fronte al suggerimento di un’alternativa da parte di un collega, questa frase suggerisce come punto di riferimento uno standard di mediocrità e mancanza di argomenti. L’atteggiamento più proattivo è sempre ascoltare e discutere insieme dei vantaggi e svantaggi della proposta, probabilmente arrivando alla stessa conclusione ma con una comprensione diversa.
Nessun altro si lamenta. Il fatto che ci sia una sola persona a riportare una questione non è sinonimo dell’inconsistenza della stessa, potrebbe essere il primo tra tanti o il portavoce. Anche in questo caso chiedere se c’è qualcun altro dello stesso parere non solo ha un suono diverso, ma presuppone risultati differenti. Non è forse meglio essere informati dello stato delle cose piuttosto che mettere la testa nella sabbia?
Può non piacere ma qui è così. Lavorare sotto stress per alcune persone influisce positivamente sulla resa finale, ma a lungo andare troppa pressione può lasciar intendere un disinteresse verso la ricerca delle condizioni lavorative ideali dei propri dipendenti, come se non fosse un valore aziendale.
La scelta finale sta a me. Un buon leader conduce il team formando e incoraggiando le persone che lo compongono; l’obiettivo finale sarà infondere stima non autorità. Imporsi genera stima?
Non lo voglio sapere. La ricerca del feedback è fondamentale anche quando palesemente non è quello sperato. A volte una soluzione non c’è e bisogna far fronte al problema, in questo caso la vostra apertura sulla tematica può essere di supporto morale e crescita.
Si può migliorare. Compito di un buon manager è dare al team delle direttive specifiche, tutti gli strumenti per svolgere un buon lavoro, assegnare deadline realizzabili e offrire supporto se necessario. Prima di giudicare l’operato della persona bisognerebbe analizzare i presupposti e poi, se i risultati non sono quelli attesi, una frase generica non aiuta alla comprensione dell’errore. Al contrario entrare nello specifico sarà un buon punto di partenza.
Io sabato ero qui, e voi? Certe “sottili” pressioni non aumenteranno la produttività del team, la domanda da porsi sarebbe: se sono costantemente necessari straordinari, che cosa posso migliorare nella gestione del team e delle attività assegnate?
Lasciamo correre per questa volta… Se avete deciso di non rimarcare un errore o sollevare una questione questa frase è superflua e insinua dubbi a cui evidentemente non intendete rispondere.
I fatti personali non devono influire. Non è realistico isolare la sfera lavorativa da quella privata per voi come per gli altri; si può cercare di dimostrare la propria sensibilità senza perdere di vista aspettative e obiettivi. La vostra comprensione sarà ripagata da un maggiore impegno per raggiungerli.