La scelta del mutuo a tasso fisso è quella più auspicata dai broker e dagli esperti nel settore finanziario. Perché? Anzitutto, ricordiamo che la crisi nasce nel 2008 con il tasso variabile, che si basa sull’andamento del mercato finanziario la borsa crollò e le rate dei mutui a tasso variabile schizzarono alle stelle.
Risultato? In America e in Italia, dove si era sfruttato di più il tasso variabile perché, prima di quel periodo, era minore rispetto al tasso fisso, aumentarono del 30% gli atti di pignoramento. Il primo vantaggio del tasso fisso è che ci consente di risparmiare sulle rate dei mutui a tasso variabile.
Anche quando il tasso variabile è minore di quello fisso, è importante preferire il secondo, perché siamo sicuri che la rata sarà sempre la stessa. In più, se il mercato dovesse ritornare all’andamento pre-2008, la differenza tra tasso fisso e variabile non sarebbe tale da motivare una surroga o una rinegoziazione del mutuo.
In più, anche se il tasso fisso risulta più elevato, un piano di ammortamento a medio o lungo termine permette una riduzione sostanziale, soprattutto quando si parla di mutui, che generalmente si estinguono nell’arco di 20 anni dall’avvio della pratica di istruttoria.