A tutti sarà successo o succederà di parlare in pubblico. È una situazione che può capitare anche a chi non svolge un ruolo prettamente commerciale o di pubbliche relazioni.
Le occasioni infatti possono essere diversissime: una riunione con il proprio responsabile, corsi di aggiornamento e convegni di settore, o ancora un colloquio di lavoro o la richiesta di un aumento.
Quello che forse non tutti sanno è che l’arte del public speaking, pur avendo una componente di creatività, è frutto di regole e tecniche che si possono imparare e che possono garantire un buon risultato anche a persone meno predisposte per motivi di timidezza o per scarsa abitudine.
Conoscere questi trucchetti e metterli in pratica vi permetterà di arrivare preparati all’appuntamento con il vostro pubblico.
Format. Prima di impostare il discorso, informatevi sul tempo a vostra disposizione e in che tipo di situazione parlerete. Sarete i soli relatori? Si tratterà di una tavola rotonda? È prevista una sessione di domande finale? Ci sarà un moderatore?
Pubblico. Sapere a chi vi rivolgerete, soprattutto nel caso di convegni o presentazioni, è il primo indizio per capire come impostare il discorso. Nel caso di un incontro di lavoro, parlerete col responsabile di un’azienda o con i suoi collaboratori? Nel caso di un evento, sarà presente un pubblico di esperti dell’argomento in discussione o di neofiti? Questi elementi vi chiariranno l’atmosfera che dovrete creare e il livello di particolari nel quale potervi addentrare, per rendere tutti in grado di comprendervi.
Messaggio. Come vi piacerebbe fosse riassunto il vostro discorso a qualcuno che non era presente? Quale sensazione volete imprimere o quale riflessione volete suscitare sul pubblico? Concentratevi sul messaggio che volete sia ricordato, attorno al quale costruirete un sommario di argomenti da trattare e tesi da argomentare.
Partenza. I primi due minuti – eh sì, proprio quelli in cui vi suderanno le mani e la voce tremerà – sono fondamentali per dimostrare la vostra preparazione e per catturare l’attenzione del pubblico. Qualcuno, per stemperare la tensione, diceva di immaginare i presenti in una situazione divertente; non siamo sicuri dell’efficacia di questo consiglio, per cui preparatevi bene all’esordio, eventualmente imparando a memoria l’introduzione ed evitate di andare a braccio.
Tempo. Raramente le persone amano ascoltare a lungo qualcuno; anche il più bravo degli speaker dovrà fare i conti con il calo d’attenzione della platea. Se avete i minuti contati, chiedete a qualcuno di indicarvi quando ve ne mancheranno cinque alla fine e quando ve ne mancheranno due; vi aiuterà a dirigervi verso la chiusura e a non tralasciare la conclusione. Per non perdere minuti preziosi, se interverrete dopo un altro relatore, evitate di cominciare riallacciandovi al suo discorso con commenti e osservazioni: vi porterà fuori strada e rischierete di non avere più tempo per le vostre argomentazioni.
Flessibilità. Organizzate e imparate bene il vostro discorso in modo da, qualora fosse necessario, avere la capacità di saltare da una parte all’altra o addirittura tagliarne un pezzo senza perdere il senso generale.
Sicurezza. Ricordatevi che, se siete lì a parlare davanti a tutti, un motivo c’è: siete la persona giusta per approfondire quell’argomento. Per cui, senza esagerare, dimostrate sicurezza ed entusiasmo per le cose che raccontate, evitando invece di scusarvi per le cose che non sapete o il materiale che non avete.
Question time. Se è previsto un momento finale per le domande, per prima cosa mantenete un atteggiamento educato e bendisposto; ringraziate le persone che intervengono e che offrono spunti particolarmente interessanti. Siate sicuri delle vostre conoscenze, ma se a qualcosa non sapete rispondere fatevi lasciare un recapito a cui inviare la risposta dopo che vi sarete adeguatamente informati. Può sembrare imbarazzante, ma vi eviterà una brutta figura e vi ripagherà in onestà intellettuale e professionalità.